L’ambientamento in una “Casa Nido”
- Mamma Accogliente Flo
- 11 set 2019
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 12 set 2019
Settembre è il mese in cui si ricomincia e quello di nuovi inizi. La casa della Mamma Accogliente riapre la porte per bambini già conosciuti e per altri da conoscere.
Sono giornate dedicate all’ambientamento (preferiamo usare questo termine al posto di “inserimento”), periodo delicato per tutti: i bambini, prima di tutto, che devono famigliarizzare con persone, cose e luoghi nuovi, i genitori che devono affrontare la prima vera separazione dai figli, la Mamma Accogliente che sarà responsabile di far sentire entrambi sicuri nella sua casa.
Queste sono le indicazioni sull’ambientamento fornite nel nostro progetto educativo, che consegniamo ogni anno ai genitori. Una parte è dedicata al Babywearing, pratica adottata ormai da anni nella nostra Casa Nido perché ogni bambino ha le sue esigenze e nessuna risposta è mai sbagliata se questo lo rende più sereno.
L’AMBIENTAMENTO
L’ambientamento è un momento molto delicato per il bambino ed i propri genitori, i tempi e le modalità adottate sono di fondamentale importanza. Di solito l’ambientamento avviene in modo graduale e la presenza del genitore è progressivamente ridotta, però non dura molto: 1-2 settimane, perché il numero di bambini da inserire è sempre molto esiguo. La Mamma Accogliente svolge una funzione di sostegno anche per la madre che vive l’esperienza del distacco con ansia, apprensione e sensi di colpa, convincendola che non abbandona suo figlio ma lo lascia nelle mani di persone professionalmente e umanamente disponibili con le quali condividere quotidianamente le sue responsabilità e a cui il suo bambino può rivolgersi per essere rassicurato e aiutato nel caso di bisogno. Fa conoscere ai genitori il nuovo ambiente e l’organizzazione della giornata, favorendo così un rapporto di fiducia e collaborazione con le famiglie. Conquistarsi la fiducia delle famiglie è fondamentale per costruire la futura relazione MAMMA ACCOGLIENTE-GENITORE e garantire una certa continuità. Durante l’ambientamento è importante che i genitori salutino il proprio bambino senza grosse titubanze, ciò li permette di capire che il genitore non sparisce e che è tranquillo nel lasciarlo nella Casa Nido per poi riprenderlo successivamente. Abbiamo deciso di avviare, in via sperimentale, anche l’ ambientamento in 3 giorni, ispirato al modello svedese. Bambino e genitore trascorrono al nido l’intera giornata dalle 9.30 alle 15.30. Insieme esplorano il nuovo ambiente, conoscono la Mamma Accogliente e l’eventuale Seconda Mamma e gli altri bambini vivendo tutte le routine previste. Condividono il momento del pasto, del gioco, e delle attività. È il genitore che cambia il piccolo, lo accompagna nel momento della nanna ed è lì ad attendere il suo risveglio. Tutto questo per tre giorni, periodo durante il quale la Mamma Accogliente osserva le abitudini del bambino, affianca il genitore ed entra in contatto con loro in modo graduale, diventando a mano a mano una figura familiare per entrambi. Il quarto giorno il genitore accompagna il bimbo al nido, lo saluta e va al lavoro. I bambini acquisiscono in tre giorni familiarità con gli spazi della casa nido e con l’organizzazione temporale di quel ambiente che hanno imparato a conoscere insieme alla mamma o al papà. Prima dell’inizio dell’ambientamento, viene effettuato un colloquio con i genitori, in cui viene compilata anche la scheda conoscitiva del bambino e scelto il tipo di ambientamento che, nel pieno rispetto dell’equilibrio famigliare, si ritiene più adatto per favorire un distacco il più sereno possibile tra genitori e bambino. La prima settimana di apertura viene dedicata all’ ambientamento dei bambini già frequentanti dall’ anno precedente e a cui vengono presentati, attraverso foto e racconti, i bimbi nuovi che incontreranno. Essendo un piccolo gruppo, può succedere che i bambini “vecchi” risultino destabilizzati dall’ arrivo dei “nuovi”. Proprio per questo, la Mamma Accogliente, alcuni giorni prima, inizierà a prepararli alla novità e costruirà con loro un piccolo dono di benvenuto per i nuovi arrivati. La seconda settimana sarà dedicata all’inizio dell’ambientamento per i bambini nuovi. Anche in questo caso, verrà chiesto alla famiglia di portare un piccolo dono per gli amici che gli aspettano al nido. Uno scambio reciproco di benvenuto che ha come significato ciò che guida il nostro progetto: l’accoglienza dell’altro. Ad ogni famiglia, verrà chiesto di preparare un piccolo album fotografico, da mostrare al bambino nei momenti di nostalgia, un modo per sentire i propri famigliari sempre vicini.
RUOLO DEL GENITORE DURANTE L’AMBIENTAMENTO Per comprendere i bambini è necessario anche conoscere la famiglia di appartenenza, l’ambiente in cui hanno vissuto nei primi anni di vita, le loro relazioni, le loro storie. E’ importante instaurare un rapporto di cooperazione fra la famiglia del singolo bambino e la Mamma Accogliente; cooperazione che è la base per poter costruire un rapporto fondato sul rispetto, sulla coerenza e sulla stabilità, che consenta di sviluppare in modo ottimale le potenzialità del bambino. Quindi è previsto un primo colloquio con entrambi i genitori, durante il quale emerge il vissuto del bambino, le sue abitudini alimentari (diete culturali, religiose, intolleranze alimentari) e modalità di approccio al cibo, ciò che riguarda il sonno, la sua autonomimotoria, linguistica, sfinterica, quali sono le sue reazioni a esperienze nuove ed inattese, le sue conoscenze e rapporti con altri bambini e adulti, le sue reazioni a momenti di difficoltà, i suoi pianti e i “capricci”, come viene consolato dai genitori in questi momenti, qual è l’oggetto transizionale e quale valore ha per l’adulto e per il bambino. Già dal 1° colloquio si comunica al genitore che durante l’ambientamento, alla fine dello stesso e durante l’anno, verranno proposti ulteriori colloqui di verifica. Il colloquio deve essere facilmente comprensibile dai genitori, evitando divagazione e genericità, non è mai di tipo direttivo, evitando di fare valutazioni, ascoltando attentamente ciò che il genitore propone o ritiene importante. Inoltre viene spiegato ai genitori che il loro ruolo sarà quello di osservare partecipando solo su richiesta del bambino, di non parlare ad alta voce, di non mostrare troppa curiosità o attenzione nei riguardi di altri bambini per non suscitare nuove gelosie e ansie nel loro bambino, in modo che si senta libero e sereno di iniziare a costruire una relazione con la MammaAccogliente.
RUOLO DELLA MAMMA ACCOGLIENTE In questi momenti è previsto che si accomodi all’ingresso, vicino al cesto di materiale che intende proporre ed attenda l’arrivo dei bambini e dei genitori. I bambini vengono accolti secondo modalità individuali, legati alla loro età. La Mamma Accogliente verbalizza gli stati d’animo del bambino, cercando di fargli capire che il genitore non l’abbandona e che, vicino a lui, c’è una persona pronta ad ascoltarlo, a giocare insieme a lui e che il genitore tornerà certamente a prenderlo.
BABYWEARING Bisogno di contatto e condivisione dell’accudimento sono aspetti normali e antichi della genitorialità. Oggi, i motivi di una mamma e di un papà per affidare il loro bambino a un nido, ai nonni o a una babysitter possono essere tanti e diversi: molte madri devono rientrare al lavoro, molte desiderano farlo perché il loro lavoro è parte importante della loro realizzazione esistenziale. Anche una casalinga può sentir il bisogno legittimo di delegare per qualche ora l’accudimento del suo bambino a una figura di fiducia. Tutto questo non è affatto incompatibile con il portare in fascia, anzi, sono esperienze che possono portare un arricchimento quando vissute insieme, che per necessità economica. Per la mamma e il bimbo, il portare può essere il modo ideale per accompagnare il bambino al nido, e anche per ritrovarsi dopo le ore di separazione. Un bambino portato è generalmente più sereno e sicuro di sé, più fiducioso verso gli altri, proprio perché soddisfatto nei suoi bisogni primari e fisiologici legati al contatto: essere toccato e toccare, esercitare l’apparato muscoloscheletrico nell’interazione col corpo dell’adulto, essere abbracciato, cullato, contenuto quasi come nel pancione, comunicare in modo non verbale con mamma e papà, ricevere una stimolazione sensoriale adeguata al suo stadio di sviluppo psicomotorio. Portare, dunque, può facilitare il periodo dell’ambientamento al nido ed essere di aiuto in vari momenti di ‘crisi’ che possono verificarsi durante l’anno (e magari al rientro da una vacanza o dopo una malattia). Un bimbo portato può avere anche un sistema immunitario più forte e resistere meglio ai virus che normalmente si prendono al nido. Inoltre, un bambino può essere portato mentre si trova nella Casa Nido, dalla Mamma Accogliente. Nella nostra esperienza, abbiamo potuto notare come “Portare i bambini” possa essere uno strumento molto efficace quando è ora della nanna, o per calmare un momento di pianto, un’alternativa al ciucciotto sicuramente più sana per il piccolo, e più riposante per le Mamme rispetto alle nude braccia (specie con supporti pratici, ergonomici, certificati e adatti a bimbi di diverse età). Portare un bambino per la Mamma Accogliente, significa accogliere la sua frustrazione per la separazione dalla madre e dal padre, che fino a quel momento, spesso, sono state le sue uniche figure di riferimento, significa rispondere al suo pianto con un ” Io ci sono” ma allo stesso tempo essere disponibile anche per gli altri bambini, significa creare con lui un rapporto di profonda fiducia che gli permetterà di ridurre notevolmente i tempi dell’ambientamento e far affrontare, questa prima separazione, in maniera più serena e tranquilla a tutte le figure coinvolte (genitori, Mamma Accogliente e bimbo).

Commentaires